Si, avete letto bene. Il Sunday Times ci dedica un intero servizio sul rock italiano. Dopo i vari servizi dedicati alla famosa triade anni 50′ pizza-mafia-spaghetti. Dopo i classici servizi sulle Ferrari, su Valentino Rossi, sulla morte di Pavarotti, sul Vino, sulla moda italiana, ecco un servizio sulla musica.
Il servizio inizia spiegando che l’Italia non esporta rock all’estero. Purtroppo il giornalista inglese ha ragione, ma d’altronde si sà, in Italia se non canti in lingua italiana non diventi importante.
Si citano anche dei vari gruppi italiani, con relative interviste. Si parla dei Disco Drive, un gruppo punk-funk che in Inghilterra piace molto. Una recensione del New Musical Express gli ha dato come voto un bel 8.
Nel articolo vengono menzionati anche i Settlefish e i Cut. Ferruccio Quercetti dei Cut spiega che l’Italia è un paese strano, le etichette nostrane non sono abituate a distribuire all’estero. Ci sono stati tanti validi gruppi in Italia che però, a causa del sistema, sono morti senza che nessuno se ne accorgesse.
Si citano verso la fine dell’articolo anche i Verdena. Un gruppo rock tra i maggiori in Italia che suona regolarmente davanti 3000 persone. Mi viene da citare anche gli Afterhours che con la ristampa di “Ballate per la mia piccola iena” in inglese, hanno portato il vero rock italiano in giro per il mondo.
Che il rock italiano riesca veramente a sfondare anche nel resto del mondo? Staremo a vedere, sicuramente l’industria musicale deve rivedere le sue strategie. Forse sarebbe ora…