Forse essere una star non è sempre un piacere. Non fila tutto liscio e, spesso, bisogna fare i conti con quello che succede realmente. Ma la verità è davvero questa o si nasconde chissà dove? Intorno al caso Jackson, siamo davvero sicuri che sia andata come ce l’hanno raccontata? A metterci tutti questi tarli in testa ci ha pensato Eros Ramazzotti, una star di casa nostra di fama internazionale, il quale riflette apertamente sui rischi di essere una star, sul prezzo da pagare quando bisogna fare i conti con la dura e cruda realtà, quando si è soli, in una realtà più grande di noi.
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«Aspettammo mezza giornata mentre lui giocava a basket con dei ragazzini, poi finalmente fummo ricevuti. Ci ordinarono di non guardarlo con insistenza, di non toccarlo. Non si tolse mai i guanti. Eppure eravamo andati da lui per un’iniziativa di beneficenza: ci salutò e sparì in un baleno. A volte viene voglia di sparire. Siamo davvero sicuri che Jackson sia morto?». Questo il racconto di Eros, queste le sue perplessità.
Riguardo all’autopsia dice: «Qualcuno ha visto il corpo? Non sono del tutto convinto di come ce l’hanno raccontata. Può anche essere stata una manovra concordata».
Lo stesso Eros crede che si tratti di una specie di manovra e non di un attaccamento dei fans alla star, non di stupide voci messe in giro per riesumare l’anima del buon Jackson. Ricorda con commozione la morte di Elvis Presley, dichiarando di essere stato un grande fan e di aver pianto quanto lui è venuto a mancare. E sulla morte di Elvis replica: « Ma lui stava male, si vedeva. Piansi quando morì, ero un fan».