Sembra difficile crederci, ma ormai sono trascorsi 6 mesi dalla morte del re del pop, Michael Jackson, amato come non ami e tornato a dominare le scene dopo la sua morte.
La notizia shockante per tutti i suoi fans sarà forse quella di scoprire che il cantante è stato ufficialmente ucciso; nel suo certificato di morte, pubblicato dal domenicale inglese News of the world (personalmente lo trovo un gesto vergognoso!), si legge la parola “omicidio”, scritta dal medico legale Christopher Rogers che ha indicato come causa della morte una “forte intossicazione da Propofol (un potentissimo sedativo), dopo un’iniezione endovenosa fatta da un’altra persona”.
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L’accusa è pensate ed ora Conrad Murray, medico che ha curato Jackson, rischia l’incriminazione per omicidio preterintenzionale. Al momento però non possono essere considerate formali le accuse fatte, visto che dovranno prima di tutto terminare le indagini della polizia di Los Angeles.
La cosa certa è che il metodo con il quale Murray ha, o meglio avrebbe, curato Michael Jackson è ben lontano dagli standard seguiti dai medici.
Il medico attraverso il suo portavoce Miranda Sevcik, ha ribadito la sua innocenza.