Bennato torna con “Le vie del rock sono infinite”

Torna alla musica dopo 5 anni di silenzio Edoardo Bennato, torna per comunicare contenuti importanti come le conseguenze della guerra in Afghanistan, l’ipocrisia e molto di più.

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“L’Italia è un Paese ingovernabile e con questa ingovernabilità dobbiamo farci i conti tutti i giorni. Ho girato il mondo, ma poi quando torno a casa mi rendo conto che Bagnoli è una polveriera. Parlo di Vittorio Emanuele di Savoia perché il patto di Teano segnò la nascita del brigantaggio, personaggi leggendari che difendevano la povera gente dagli aguzzini e dai tiranni. Sono passati 150 anni dall’Unità d’Italia ma oggi nell’ex Regno delle due Sicilie esiste un’entità, che possiamo chiamare camorra, mafia o ‘ndrangheta, che si è assunta il compito di difendere la gente dagli strumenti del potere, che al Sud vengono percepiti come ostili. Ci accingiamo a festeggiare i 150 anni di Unità in un caos totale e ormai sappiamo bene che chi si ostina a tentare di governare questo caos in modo tronfio o applicando le regole del più banale patriottismo rischia di farsi male”.

Il 26 marzo Bennato potrà prendere parte ad un concerto nella grande città di New York, proprio in quel club in cui Jovanotti ha già suonato.
Quale miglior arma del rock per riuscire a raccontare tutto ciò? Non a caso il disco è realizzato insieme a Fabrizio Barbacci, produttore di Ligabue, Gianna Nannini e Francesco Renga e collaboratore storico dei Negrita, che hanno messo a disposizione il loro studio.
“Avevo scritto 35 brani e dunque ne ho dovuti scartare molti. Tutte le mie canzoni nascono in inglese, ma per un italiano che fa rock’n’roll l’unica possibilità che ha per non sembrare un clone di un inglese o di un americano è lavorare sui testi”.

Alessandra Battistini