L’intervento e l’esegesi dell’inno d’Italia da parte di Roberto Benigni, ieri sera sul parco dell’Ariston in occasione del 61esimo Festival della Canzone Italiana a Sanremo, ha commosso un po’ tutti quelli che amano alla follia il proprio Paese nonostante tutto. Ma un italiano in particolare si sente commosso, colpito e ringrazia sentitamente l’artista fiorentino per l’ora straordinaria che ha regalato al popolo verdebiancorosso: Antonino Mameli, lontano nipote del ben più famoso Goffredo che a 20 anni, sei mesi prima di morire per la patria come ha ben ricordato Benigni, scrisse quello che oggi è il simbolo del Bel Paese.
“Sono anni che cerco di spiegare alla gente il vero significato e il valore del nostro Inno Nazionale – ha detto -. Ieri sera Benigni è stato semplicemente impeccabile, e ha tributato un grande omaggio alla memoria del mio avo del quale, purtroppo, nessuno parla mai“, ha poi aggiunto.
Antonino Mameli ha oggi 76 anni, ed è un musicista in pensione che prova adesso a far rivivere la memoria del padre del “Canto degli Italiani”. Benigni potrà anche costare troppo e ridere poco, come si legge oggi da qualche parte, ma resta il fatto che ieri ha dato una vera e propria lezione di patriottismo (non nazionalismo, come lo stesso Roberto ha voluto precisare) italiano alla quale poche volte si avrà la fortuna di assistere.
Giovanni Ferlazzo