Il “Luca” (che era gay) di Povia confessa: “Un gay non é felice”

Per merito di questa canzone intitolata “Luca era gay”, durante il Sanremo 2009, Povia creò un vero e proprio polverone di polemiche, un qualcosa che pare essere diventato il suo marchio di fabbrica. In molti ci siamo chiesti per anni chi fosse questo Luca protagonista di una canzone che tanto ha offeso la comunità gay.
Oggi avrete le vostre risposte, con la consapevolezza che molti di voi potranno nuovamente risentirsi per quanto pronunciato da “Luca” divenuto famoso forse contro la sua voglia.
“Non credo ci siano gay felici. Chi nasce maschio deve fare cose da maschio. Deve seguire la sua natura. I veri maschi entrano in una comunione profonda tra di loro, senza per questo avere rapporti sessuali. Una volta ero omosessuale e di sinistra, ora sono sposato”, dice tale Luca Di Tolve sul settimanale A.

“E’ l’amicizia virile che unisce. Io invece avevo solo legami superficiali, la passione erotica mi abbagliava, pensavo fosse quello il cameratismo che cercavo”, continua lui, Mia madre mi ha educato quasi come una bambina. Non ho avuto alcun modello maschile, così l’ho sublimato, erotizzato. Oggi mi rendo conto che facevo sesso con gli uomini per identificarmi in loro. Mi comportavo come i cannibali”.
E come mai Luca ha deciso di intraprendere la strada verso la redenzione dei peccati? “La vera crisi è arrivata quando un mio compagno è morto di Aids. In quei giorni il virus ha spazzato via molti amici e io ho scoperto di essere stato contagiato. Era l’inizio degli anni Novanta. Qualcuno lasciò a casa mia delle dispense su Joseph Nicolosi, un terapista italoamericano che aveva messo a punto un percorso per gli omosessuali che volevano tornare etero”.
E dopo questa “splendida” terapia, Luca ha imparato a tenere a freno il suo istinto e dice aver finalmente controllato le sue fantasie, domandole: “La mia libido è molto scesa. Oggi mi nutro di amicizia virile”.

Alessandra Battistini