Il crollo del palco per il concerto di Jovanotti, crollo che ha portato molti feriti e una vittima di soli 20 anni, è stata una vera e propria tragedia. In questi giorni però la vicenda è stata utilizzata da molte persone per denunciare la situazione in cui i giovani di oggi sono costretti a vivere, giovani a cui non viene dato un contratto regolare e che non lavorano in sicurezza. Anche se purtroppo in Italia ci sono situazione di questa tipologia il caso del crollo del palco non ha niente a che vedere con tutto questo anche perché il giovane ragazzo che ha perso la vita aveva un contratto di lavoro regolamentare.
Jovanotti non vuole affatto sminuire la tragicità della situazione e anzi è proprio per questo motivo che ha chiesto pubblicamente di evitare questo genere di strumentalizzazione, una strumentalizzazione inutile che porta solo ulteriore dolore alla famiglia del giovane Francesco Pinna.
Jovanotti ha affermato: “Il suo era un lavoro a giornata ed era assunto con contratto regolare” ed ha poi aggiunto “Io personalmente pretendo sempre che tutti quelli coinvolti anche indirettamente in un lavoro che riguardi la mia musica siano sempre tutelati in ogni forma e anche in questo caso era cosi. Il mondo dei concerti è un settore serio dove non c’è approssimazione e improvvisazione e nei miei tour c’è totale rispetto delle leggi e delle persone. A Trieste si stava lavorando come sempre quando prepariamo un evento. Non c’è giornata in cui una serie di funzionari pubblici non verifichino il corretto montaggio e non si presentino ad approvare i metodi di costruzione della struttura. La tragedia di Trieste ha lasciato a terra feriti e un ragazzo morto, Francesco Pinna, di soli 20 anni, e noi tutti siamo sconvolti per quello che è successo” concludendo “Le strumentalizzazioni sono fuori luogo e mi feriscono perché inducono a pensare che nel mio tour ci sia del lavoro nero o sottopagato”.
Nel frattempo inoltre sono arrivate le notizie che gli altri operai feriti sono tutti fuori pericolo.